La legge di bilancio 2023 (L 197 del 29.12.2022) ha modificato in senso restrittivo il reddito di cittadinanza.
Il Reddito di cittadinanza cambia nome e prevederà nuove disposizioni normative a sostegno dei nuclei familiari più deboli. Il governo Meloni ha deciso di riformulare il sussidio di Stato necessario per il reinserimento lavorativo e sociale. I nuovi provvedimenti sono rivolti ai cittadini che si trovano in situazione di povertà per dare loro un sostegno economico.
A tale proposito, lo scorso 4 maggio è stato pubblicato il decreto Lavoro che prevede l’abolizione del reddito di cittadinanza a favore di due nuove misure: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.
Si prevede in particolare che per il 2023 per i percettori che possono lavorare il sostegno economico sia riconosciuto per un massimo di sette mesi.
La novità dal punto di vista finanziario comporta un risparmio di spesa di circa 950 milioni di euro per il 2023 , mentre si confermano gli stanziamenti della legge di bilancio 2020 per gli anni successivi, in vista dei nuovi strumenti che sostituiranno il Reddito di cittadinanza:
- Supporto per la formazione e il lavoro
- Assegno di inclusione
istituiti dal recente Decreto Lavoro 48 2023. Rubricato “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”.
Sono diverse le disposizioni adottate in materia di lavoro presenti nel pacchetto di misure del decreto, come la disciplina dell’Assegno di inclusione, il nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza. La nuova legge stabilisce anche l’introduzione della disposizione per il Supporto per la formazione e il lavoro. Oltre a ciò, è previsto il nuovo taglio del cuneo fiscale che porterà aumenti nelle buste paga dei lavoratori con redditi fino a 35mila euro.
Inoltre sono previsti nuovi bonus assunzione e nuove misure per le famiglie, come la maggiorazione per l’assegno unico e l’aumento della soglia dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli. Si tratta dei cosiddetti “benefici accessori” come i buoni pasto, i prestiti agevolati e le borse di studio.
Reddito di cittadinanza 2023: la durata cambia
A norma dell’art . 1 commi 313 321, la durata massima dell’erogazione del contributo economico del Reddito di cittadinanza dal 1 gennaio 2023 diventa di 7 mesi , ordinariamente.
Fanno eccezione, cioè la durata massima resta di 18 mesi, solo per i nuclei familiari
- con minori
- con persone disabili (come definite dal DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159)
- con persone di età pari o superiore ai 60 anni.
Lo stop non riguarda quindi la Pensione di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza e obblighi per gli occupabili
A decorrere dal 1° gennaio 2023, i soggetti occupabili (dai 18 ai 59 anni):
- devono essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione e/o di riqualificazione professionale In caso di mancata frequenza al programma assegnato il nucleo del beneficiario del reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. Le regioni sono tenute a trasmettere all’Anpal gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza.
- per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico, l’erogazione del Reddito è subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello.
- tutti i percettori di Rdc residenti nel Comune debbono essere impiegati in progetti utili alla collettività (non più soltanto un terzo di essi).
- Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi, non influisce sull’importo del Reddito di cittadinanza. Vanno quindi comunicati all’Inps solo i redditi eccedenti tale limite massimo .
- Il contributo economico cessa se il percettore non accetta la prima offerta di lavoro (è abolita la definizione di offerta di lavoro “congrua”)
Il disegno di legge abroga anche gli articoli riferiti al patto per il lavoro e di inclusione sociale che prevedeva l’intervento dei Centri per l’impiego e dei servizi sociali dei Comuni per predisporre le misure di reinserimento lavorativo e sociale, mai effettivamente decollate.
Reddito di cittadinanza 2023: novità per gli importi
La legge di bilancio prevede inoltre che:
- la componente del reddito di cittadinanza corrispondente al canone annuo di affitto viene erogata direttamente al locatore dell’immobile. Si attendeva un apposito decreto del Ministro del lavoro entro il 2 marzo 2023 per la definizione delle modalità di attuazione, ancora in stand by.
- Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio, se rientra nel limite massimo di 3.000 euro lordi. I redditi eccedenti tale limite andranno ancora comunicati all’INPS.
Infine si segnala che ai datori di lavoro privati che nel 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del Rdc, è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a loro carico.
Per il resto, le modalità di accesso, ISEE, calcolo degli importi e pagamento non sono modificati.
Reddito di cittadinanza, lo stop: Assegno di inclusione e Supporto per il lavoro
Come detto la legge 197 2022 ha previsto nel 2024 l’abolizione sul reddito di cittadinanza per tutti i beneficiari.
Per le famiglie più in difficoltà in cui vi siano componenti che non possono lavorare il decreto lavoro 48 del 4 maggio 2023 mette in campo , in sostituzione, a partire da 1 gennaio 2024 il nuovo “Assegno di inclusione” ( molto simile al RDC) con la sostanziale differenza che riguarda solo i nuclei in cui siano presenti
- minori
- disabili
- over 60
con obblighi di formazione e lavoro per i componenti “occupabili” e contributo economico commisurato alle caratteristiche della famiglia.
Nel contempo a partire dal 1 settembre 2023 sarà in vigore il nuovo strumento chiamato ” Supporto per la formazione e il lavoro” indirizzato ai soggetti tra i 18 e i 59 anni
- che fanno parte di nuclei familiari diversi da quelli sopracitati
- con ISEE familiare non superiore a 6mila euro annui
Si tratta di misura di attivazione al lavoro che prevede la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro ( tra i quali rientrano anche il servizio civile universale e i lavori socialmente utili. Comprende un contributo fisso di 350 euro mensile per un massimo di 12 mesi.
La partecipazione ad entrambe misure andrà richiesta in via telematica e prevede la firma della DID dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e di un Patto per il lavoro.
L’Assegno di inclusione e il bonus per Supporto formazione lavoro non saranno tra loro cumulabili.
ASSEGNO DI INCLUSIONE
L’Assegno di inclusione entrerà in vigore da gennaio 2024 e sarà dedicato ai nuclei familiari in cui ci sono persone disabili, minori o anziani con più di 60 anni a carico. Coloro che attualmente percepiscono il Reddito di Cittadinanza possono continuare a riceverlo fino al 31 dicembre 2023, quando cesserà di esistere. L’Assegno è un sostegno continuativo, viene erogato fino a che permane la necessità e viene definito nella norma come la “misura nazionale di contrasto alla povertà”.
I componenti del nucleo familiare tra i 18 e i 59 anni occupabili, che non rientrano nella categoria fragili, devono intraprendere un percorso di inserimento lavorativo registrandosi presso il nuovo sistema informativo gestito dai Centri per l’Impiego, sia per la ricerca del lavoro sia per le attività di orientamento.
Se l’iscrizione non avverrà, scatterà la revoca del sussidio a tutto il nucleo familiare. La stessa cosa accadrà se rifiuteranno anche solo una volta un’offerta di lavoro sia a tempo indeterminato, full time o part time a qualsiasi distanza, con stipendio in linea con i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro mentre a tempo determinato entro 80 km dalla residenza. Quando il contratto di lavoro si concluderà, il cittadino può tornare a ricevere l’aiuto statale.
L’Assegno di inclusione “è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa” si legge nella bozza del decreto.
Mentre il RdC ha suscitato numerose polemiche negli anni, soprattutto a causa di abusi e frodi, l’assegno di inclusione si propone come una revisione profonda e mirata per favorire l’inserimento lavorativo delle persone disoccupate.
Il Decreto Lavoro, pubblicato il 4 maggio 2023 in Gazzetta Ufficiale, istituisce l’assegno di inclusione a partire dal 1° gennaio 2024 come misura nazionale di contrasto alla povertà, fragilità ed esclusione sociale delle fasce deboli.
Il suo obiettivo è offrire percorsi di inserimento sociale, formazione, lavoro e politiche attive del lavoro. L’assegno di inclusione presenta caratteristiche differenziate in base alla condizione di “occupabilità” dei beneficiari. Coloro che sono considerati in grado di lavorare dovranno partecipare a politiche attive del lavoro e perderanno il beneficio in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro. D’altra parte, i nuclei familiari con componenti over 60, minori o persone con disabilità, che soddisfano specifici requisiti legati alla cittadinanza, al soggiorno in Italia, alle condizioni economiche e di residenza, potranno ricevere un assegno mensile non inferiore a 480 euro, esente dall’IRPEF, erogato dall’INPS attraverso un mezzo di pagamento elettronico. Questo beneficio potrà essere erogato per un massimo di 18 mesi consecutivi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi.
L’assegno di inclusione è finalizzato non solo al sostegno economico, ma anche all’inclusione sociale e professionale dei beneficiari. Sarà necessario superare un’analisi dei mezzi e aderire a un percorso personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa. Per il calcolo degli importi dell’assegno, si seguirà una formula basata sulla scala di equivalenza, che presenta alcune differenze rispetto al reddito di cittadinanza. Inoltre, l’assegno di inclusione può essere integrato con altre misure come l’assegno unico per figli a carico e il nuovo supporto per la formazione al lavoro. Con l’assegno di inclusione, il governo Meloni mira a garantire un sostegno più efficace e mirato alle persone disoccupate, favorendo la loro inclusione sociale e professionale.