Al momento stai visualizzando Dichiarazione 730 2023: quali bonus e aiuti fanno reddito e quali sono esentasse

Dichiarazione 730 2023: quali bonus e aiuti fanno reddito e quali sono esentasse

Il Modello 730 è il modulo fiscale da compilare per la dichiarazione dei redditi ed è dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati; esso rappresenta il momento finale del rapporto tra il contribuente e l’Erario limitatamente all’anno cui la dichiarazione stessa si riferisce. Questo significa che con la Dichiarazione 730/2023 viene ricalcolata l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) effettivamente dovuta dal contribuente, sulla base dell’insieme dei redditi percepiti o totalizzati dal contribuente nel periodo d’imposta.
Eventuali tasse già pagate o trattenute nel corso dell’anno (come accade ad esempio per i lavoratori dipendenti) vengono a loro volta scomputate dall’ammontare complessivo dell’Irpef.

Esistono tuttavia una serie di aiuti e bonus che, in virtù degli obiettivi per i quali sono riconosciuti, non sono imponibili ai fini fiscali e pertanto non devono essere indicati nel 730.
Analizziamo in dettaglio le prestazioni da indicare in dichiarazione dei redditi e quelle che invece sono a tutti gli effetti esenti da Irpef

Prestazioni che non vanno indicate nella dichiarazione dei redditi

I bonus e gli aiuti che lo Stato eroga non sono imponibili fiscalmente. E questo proprio per la loro natura di “aiuti”, Quando questi bonus sono esentasse non vanno indicati nella dichiarazione dei redditi perché su di essi l’Irpef non è dovuta.

  • pensione di invalidità e indennità di accompagnamento: proprio per la loro natura assistenziale, non concorrono alla formazione del reddito imponibile e, quindi, non sono sottoposte a tassazione. E le somme percepite a questo titolo non vanno indicate nella dichiarazione dei redditi.
  • Reddito e pensione di cittadinanza sono due misure introdotte per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale. Si tratta di somme che non concorrono alla formazione di reddito imponibile e proprio per questo non vanno indicate nella dichiarazione dei redditi. Si tratta, quindi, di un sussidio esentasse.
  • L’assegno unico è una prestazione economica a sostegno dei nuclei familiari con figli minori e maggiorenni fino a 21 anni di età. La somma erogata dipende dell’Isee del nucleo e le somme spettanti sono corrisposte direttamente dall’Inps al beneficiario. Quanto si percepisce a titolo di assegno unico, in ogni caso, non rileva ai fini del computo del reddito imponibile e di fatto si tratta di somme che, come per gli assegni al nucleo familiare, sono esentasse. E proprio per questo motivo non vanno inserite nella dichiarazione dei redditi.

Prestazioni che vanno indicate nella dichiarazione dei redditi

  • Il trattamento integrativo che spetta ai lavoratori dipendenti e assimilati con redditi fino a 15.000 euro annui (in alcuni casi fino a 28.000 euro) non è imponibile fiscalmente ed è, quindi, esentasse. Ma essendo un bonus volto alla riduzione della pressione fiscale e che spetta solo a determinate condizioni il suo conguaglio è fatto proprio nella dichiarazione dei redditi con modello 730. Proprio per questo l’importo percepito a titolo di trattamento integrativo, pur non essendo tassato, deve essere indicato nel modello 730.

  • l’assegno ordinario di invalidità: si tratta di una prestazione che a tutti gli effetti è equiparata ad una pensione, concorre alla formazione del reddito ed è imponibile all’Irpef e, di conseguenza, va indicato nella dichiarazione dei redditi.

  • Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) e Dis Coll (L’indennità di disoccupazione mensile) sono indennità di disoccupazione riconosciute rispettivamente a lavoratori subordinati e collaboratori che hanno perduto involontariamente la propria occupazione. Entrambe le prestazioni, oltre all’indennità mensile prevedono anche copertura contributiva figurativa. Ma entrambe sono assoggettate all’Irpef. L’Inps in questo caso opera come sostituto di imposta effettuando le trattenute Irpef direttamente prima dell’erogazione (come avviene con la busta paga). Le somme percepite a titolo di indennità di disoccupazione, quindi, vanno inserite nel modello 730 visto che a inizio anno l’Inps rilascia regolare Certificazione Unica per le stesse.
  • Bonus aggiuntivo da 1200 euro: il bonus previsto per il 2022 si chiama TIR “Trattamento Integrativo al Reddito” e, sostituisce il “Bonus Renzi” di 80 € mensili. In sede di compilazione delle dichiarazioni dei redditi 2023, l’ammontare del trattamento integrativo erogato va indicato nel modello 730

In fase di dichiarazione dei redditi è possibile usufruire di detrazioni e quindi vanno indicate nel modello 730; infatti per usufruirne è importante dichiarare le spese relative all’anno in cui sono state sostenute e documentarle adeguatamente. Sono detraibili:

  • spese sanitarie: le prestazioni rese da un medico generico (incluse quelle per visite e cure di medicina omeopatica, l’acquisto di medicinali (anche omeopatici) da banco e con ricetta medica; le prestazioni specialistiche; le analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, terapie; le prestazioni chirurgiche; i ricoveri per degenze o collegati a interventi chirurgici; trapianto di organi e cure termali (escluse le spese di viaggio e soggiorno); l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie (comprese le protesi sanitarie).
  • spese per formazione, personale e/o di un familiare a carico: rientrano tutte quelle spese relative a corsi di formazione, post diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, corsi di laurea e master.
  • Il bonus musica: è una nuova detrazione e spetta se il reddito complessivo non supera i 36.000 € e si sono sostenute spese per i figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni per scuole di musica riconosciute come tali; si può scaricare fino a 1.000 € per ogni figlio.
  • Il bonus casa: come ricordato dall’Agenzia delle Entrate, infatti, nella precompilata va “inserita la prima rata delle spese relative agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di riqualificazione energetica, per l’installazione di colonnine di ricarica, per l’arredo degli immobili ristrutturati e gli interventi di sistemazione a verde degli immobili (bonus verde) effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali, per i quali è stata verificata la congruenza tra gli importi comunicati dagli amministratori di condominio e i bonifici pagati dai condomìni e comunicati all’agenzia delle Entrate da banche e Poste”. Nel Quadro E Sezione III A denominato “Spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio”, vanno inoltre riportati i costi sostenuti per gli interventi antisismici, compresi quelli per cui è possibile fruire degli sconti previsti da: superbonus; bonus facciate; bonus verde. In questi casi specifici vanno indicate le spese per le quali spetta la detrazione d’imposta per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e per misure antisismiche.
  • I canoni di locazione e gli interessi sui mutui: si possono riportare le spese relative agli interessi passivi sui mutui e quelle per i canoni di locazione, nonché le spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa.
  • Il bonus affitto giovani: si tratta di una detrazione sul canone (pari a 991,60 euro) che spetta per 4 anni a partire dalla stipula del contratto e va applicata se il reddito complessivo del contribuente non supera quota 15.493,71 euro ed ha un’età inferiore o pari a 31 anni. È inoltre necessario che l’immobile affittato sia diverso dall’abitazione principale dei genitori.
  • I bonus mobili ed elettrodomestici: riconosciuti sotto forma di detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

In conclusione bisogna ricordare che, a prescindere dall’accettazione o dalla modifica della dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate può comunque effettuare nei confronti del contribuente i controlli per verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi per usufruire delle agevolazioni fiscali e il controllo sui dati comunicati dai sostituti d’imposta mediante la Certificazione Unica (CU).

Lascia un commento